Artigianato a Capo Verde

L’opera di artigianato di maggiore rilievo, che sussiste come testimonianza di un’industria fiorente a Capo Verde nel primo secolo di colonizzazione, è il pano d’obra, il tipico tessuto oggi più conosciuto come pano de terra, prodotto su telai artigianali, in bande strette e lunghe: viene attualmente utilizzato a scopo decorativo in indumenti, borse, e altri manufatti, ma ha disimpegnato in passato un ruolo importante non solo nel vestiario locale, ma anche nel commercio di Capo Verde con l’esterno. A Santiago, oltre al pano de terra, si producono oggetti in terracotta di utilità, pezzi decorativi in cocco, borse di sisal, canestri (balaios), liquori. A S. Vicente si producono strumenti a corda (chitarre, chitarrino, rabecas, violini), dipinti su tessuto, bigiotteria in corallo e conchiglie, oggetti in pietra, pezzi in ceramica invetriata. Santo Antão è famosa per i suoi liquori, per il grogue, prodotto in trapiches, il pontche (miscela di grogue e miele di canna) e la cesteria. A Boavista, Gli enormi capelli di paglia e i cesti di foglie di tamareira, oltre ai pezzi di utilità e decorativi in terracotta, sono i principali manufatti artigianali. Fogo, che vive all’ombra del vulcano, scolpisce pezzi decorativi in pietra lavica porosa e produce vino da uve coltivate sulla stessa lava, il Manecom, oltre ai liquori, composte di frutta (mela, mela cotogna…) pure coltivata nel terreno lavico, e formaggio di capra. Brava è l’isola del bordado (ricamo). L’artigianato capoverdiano necessita comunque di essere regolamentato in forma più rigorosa, perché chi compra possa avere la certezza che viene acquistato un prodotto originale, e non un’imitazione prodotta, per esempio, in Senegal o in altri paesi del continente africano.

arte caboverdiana

Il costume rudimentale sorge nella storia dell’umanità quando le tribù nomadi cominciano a diventare sedentarie e a dedicarsi all’agricoltura, ossia, circa 3000 anni prima della nostra era. Qual è il significato di questo costume? Oltre al compito principale di proteggere contro le intemperie, serve ad associare l’individuo al gruppo al quale appartiene. Il costume ha una funzione sociale. Nelle società rurali esistevano gli indumenti da lavoro e l’abito della domenica, che era indossato anche nei giorni di festa. I costumi dei popoli cambiano in base al clima e ai materiali disponibili. Oggigiorno, con la globalizzazione, nei paesi industrializzati e soprattutto nei centri urbani, si ha una tendenza all’omologazione nel modo di vestire. A Capo Verde, sin dal XVI secolo, con l’introduzione della coltura del cotone, nacque la produzione artigianale di panni di cotone. Fino alla metà del XX secolo, soprattutto nella parte interna dell’isola di Santiago e nell’isola di Fogo, si usava il costume tradizionale costituito da una gonna in panno scuro, una camicia a bretelle sulla quale si vestiva una camicia aperta sul davanti con maniche a balze.

Legato sulle anche o sulla spalla, le donne portavano un “pano d’obra” con caratteristici disegni geometrici. Il pano d’obra, o pano obrado, è il nome dato nel settore tessile capoverdiano a un tessuto di cotone formato da bande di circa 15cm, chiamate teadas, tessute a mano su piccoli e rudimentali telai, con disegni dai motivi geometrici normalmente a due colori, bianco e blu indaco, prodotto a Capo Verde dal XVI secolo, fino alla fine del XIX secolo. Queste bande, venivano cucite tra loro formando “panos” (panni o tessuti) di diversa misura, usati poi come capo d’abbigliamento femminile (pano de vestir), come coperta (pano di lambu o di bambu-porta-neonato). Il nome “pano de obra” deriva dalla difficoltà della realizzazione di questi lavori. “Obrado” significa complicato, frutto di molto lavoro. La specificità del “pano d’obra” rispetto ad altri tipi di tessuti prodotti nella stessa epoca sulla costa africana è la ricchezza e la complessità dei disegni elaborati e la perfezione del tessuto. Grazie alla qualità del tessuto, alla complessità e originalità dei suoi motivi, i “panos d’obra” assunsero nelle epoche passate un ruolo importante, fino a diventare moneta di scambio (barafula) nelle transazioni commerciali con la costa africana, dando origine a una certa prosperità delle isole. All’interno dell’isola di Santiago, alcuni tessitori producono ancora il cosiddetto “pano di terra” come artigianato locale. Le confezioni di moda hanno poi aggiunto alcuni ulteriori dettagli al pano de obra.

Arti plastiche

La pittura è senza dubbio la più dinamica delle arti a Capo Verde. Spicca in particolare la figura di Kiki Lima, con una produzione molto caratteristica, ricca di colore e di movimento; i suoi numerosi quadri sono onnipresenti: prova della sua adozione a pittore della nazione. Ma ve ne sono altri, come Abraão Vicente, i fratelli Levy Lima, i fratelli Figueira, Mito, Nisa ad arricchire la galleria della pittura capoverdiana. Si sono anche distinti alcuni scultori, come Leão Lopes, Lurdes Vieira (ceramista), Albertino Silva (pezzi di recupero) e altri ancora. Hèlder Paz Monteiro, Cèsar Schofield Cardoso, Paulo Cabral, sono alcuni degli artisti che si sono distinti nell’ambito della fotografia. La pittura su tessuto ha prodotto opere con caratteristiche di crioulidade ben marcata, soprattutto a S. Vicente, per mano di artisti come Bela Duarte e Manuel Figueira.

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